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Venerdì 8 marzo: festa della donna, contro tutte le forme di violenza

Venerdì 8 marzo: festa della donna, contro tutte le forme di violenza

Venerdì 8 marzo: festa della donna, per combattere tutte le forme di violenza

di Alfonso Infantino

L’8 marzo, festa della donna, in piazza per scioperare, per farsi sentire e protestare contro ogni forma di violenza sulle donne.

In Italia una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata violentata, quasi 7 milioni di donne sono state violentate fisicamente e sessualmente, ogni anno almeno 200 donne sono uccise dai loro mariti, dai loro fidanzati o dai loro ex.

Un milione e 400 mila donne sono state abusate prima dei 16 anni – il che è inquietante considerando orientativamente l’età – ad esse si aggiungono coloro che sono riuscite a sventare tentativi di stupro.

Per non parlare di donne molestate o ricattate sessualmente sul posto di lavoro (il bilancio ammonta ad almeno 420 mila) o di altre che ancora – nel 2019 – non sono trattate come gli uomini in ambito salariale, a seconda della professione in sé. Questi i dati del movimento nonunadimeno.

Donne che sono costrette ad abbandonare il lavoro per ovvi motivi, tipo il riposo forzato a causa della maternità. La situazione si aggrava nel caso specifico, quando le donne per questa ragione sono licenziate e neanche pagate durante la maternità.

Scioperare serve per smantellare prima o poi tutte queste spiacevoli circostanze citate sinora, tacere non deve mai essere la soluzione. Basta con i femminicidi, con gli stupri, con gli insulti, con le disparità e con le molestie. E’ il momento di svoltare.

Ci si avvicina all’8 marzo in una situazione disarmante, l’ennesimo femminicidio (la ragazza violentata e uccisa nell’ascensore della Circumvesuviana a Napoli da tre uomini) ci fa capire come la società sia impantanata in un profondo maschilismo.

La società civile odierna è rimasta anni luce indietro, ha paura di guardare avanti. I fatti delle ultime settimane, ci devono spingere, tutti, a lottare per cambiare questo brutto vento che si è creato. Così un giorno forse non snoccioleremo più dati brutali. Accadrà prima o poi?