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Francesca Scognamiglio candidata alla carica di consigliera al Comune di Napoli: “Voglio dare alle mie figlie una città da cui non vorranno andar via e in cui ameranno vivere”

Francesca Scognamiglio candidata alla carica di consigliera al Comune di Napoli: “Voglio dare alle mie figlie una città da cui non vorranno andar via e in cui ameranno vivere”

Di Pina Stendardo

Napoli – É abituata ad osservare e raccontare i fermenti di Napoli in qualità di giornalista, ora scende in campo come candidata alla carica di consigliera comunale nella città metropolitana di Napoli.

La dott.ssa Francesca Scognamiglio partecipa alla tornata elettorale del 3 e 4 ottobre 2021 sostenendo Gaetano Manfredi come sindaco, nella lista ‘Napoli libera’.
Da donna di cultura fiera delle sue origini, la candidata ribadisce: “Io sono napoletana. Mi piacerebbe che lo stereotipo su Napoli non alimentasse oltre la sottocultura. Siamo vicini all’alba del new deal. Impegniamoci tutti a far rinascere la città. Creiamo un’onda che travolga il degrado. Non è impossibile”.
– Francesca, lei è una giornalista abituata a leggere, interpretare e raccontare i fermenti della città. Cosa l’ha indotta a scendere in campo e candidarsi alle prossime amministrative del Comune di Napoli?
La politica mi è venuta a cercare e io mi sono fatta trovare. E il fatto che la politica abbia cercato una come me, senza storia istituzionale, senza legami con i partiti, una che ha anche attaccato duramente il Governo per come ha gestito la pandemia, mi ha stupita e mi ha fatto ben sperare che stia arrivando l’era di un new deal costruttivo. La richiesta di presentare la mia candidatura è arrivata da Clelia Gorga (Fondazione Banco di Napoli per l’infanzia) e, con ogni probabilità, se mi avesse cercato qualcun altro non avrei accettato. Ci conoscevamo poco con Clelia. Ci stiamo conoscendo molto in questi giorni intensi e senza sonno. Ho accettato perché per me la politica è concreta e in lei ho trovato un punto di riferimento concreto. Prima di dare un “si” definitivo, ho osservato il quadro dei candidati al Consiglio Comunale di Napoli. Tra loro ci sono amici e amiche, ma anche conoscenti, in liste diverse dalla mia a sostegno del Sindaco Manfredi ma anche nelle liste che sostengono altri sindaci, con cui si potrebbe lavorare a una progettualità seria e vera per Napoli. Per la prima volta nella storia della politica potremmo trovarci davanti una compagine in cui maggioranza e opposizione collaborano nell’unica direzione del bene di questa città degradata.
Quali criticità a suo avviso sono le più impellenti da risolvere nella Città Metropolitana e che tipologia di interventi è possibile attuare fin da subito?
Le criticità sono davvero tante. Possiamo parlare di priorità e urgenze. La mia è una campagna elettorale atipica che si concluderà con la consegna al Sindaco Manfredi (mi auguro sia lui a governare questa città), di un dossier in cui ho raccolto problemi e soluzioni, guardando le linee di progettualità del PNRR. Sono urgenti e prioritari una mappatura della rete fognaria e idrica della città; un controllo di stabilità dei palazzi (soprattutto quelli del centro storico e della parte antica della città); il recupero dei parchi pubblici; la bonifica del mare e della vastissima area dell’ex Italsider di Bagnoli; la riapertura delle ASL in quartieri ormai rimasti sprovvisti anche della tutela dei diritti fondamentali dell’essere umano. C’è poi un tema shock, che ho recuperato da un’inchiesta dell’amica giornalista Amalia De Simone: gli affitti passivi. Il Comune di Napoli paga il fitto di stabili e capannoni non utilizzati e la faccenda risale a talmente tanti anni fa che ormai queste costruzioni cadono a pezzi. È urgente creare una task force di avvocati fallimentari e amministrativisti e chiudere questa faccenda con un concordato (in caso di fatiscenza irrecuperabile) o con il recupero di questi spazi che devono essere messi a disposizione della cittadinanza, diventando capannoni per cooperative di giovani che vogliono fare impresa, impianti sportivi, auditorium della musica. Tanto per fare qualche esempio.
Perché invita a sostenere il candidato a sindaco Gaetano Manfredi?
Avrei sostenuto il Sindaco Manfredi anche se non fosse mai arrivato l’invito a candidarmi o se non l’avessi accettato. Lui è l’unica via d’uscita dal degrado inarrestabile. Dialoga con il Governo centrale, con Bruxelles e, persino con la Regione Campania. E quanto sia importante il dialogo istituzionale lo dimostra Salerno, con il recupero dell’aeroporto nato nel 1926 come campo di fortuna creato dal genio aeronautico e oggi nella rete GESAC o con la piazza inaugurata qualche giorno fa. Inoltre i soldi del PNRR, anche se si parla di tanti miliardi, non saranno sufficienti a sistemare tutto. Sicuramente ci sarà bisogno di extra progettualità per recuperare Napoli e allora ben venga Manfredi che parla pure con l’Europa.
Da professionista della comunicazione è avvezza a sostenere la cultura sul territorio. Quanto quest’ultima può rappresentare fenomeno di inclusione, reazione ai problemi e sbocco occupazionale per i cittadini di Napoli?
La cultura è fondamentale nella vita di un individuo. È proprio la mancanza di cultura che sta rendendo ancora più difficile e pesante questa epoca Covid-19. La gente non sa, non si informa, non legge, non studia, non approfondisce e si allinea agli altri. Senza cultura non esiste neanche una coscienza critica e senza coscienza critica non potremo mai costruire un mondo migliore perché mancano le basi del confronto e tutto finisce in urla e scontri. Senza cultura non puoi neanche governare. Molti di quelli che siedono in Parlamento dovrebbero stare altrove (ma molto altrove): strapagati da noi per offrirci teatrini vergognosi e mai una soluzione. Covid-19 è stata ed è una tragedia immensa sotto tanti punti di vista ma poteva anche essere una grande opportunità per sistemare parecchie cose. E, invece, la mancanza di cultura, intesa anche come conoscenza, la mancanza di progettualità, ci sta mettendo davanti un’Italia disastrata.
Qual è il suo concetto di politica?
La politica deve lavorare al servizio del cittadino. Deve risolvere i problemi. Deve tener cura delle città. Se no non serve a niente. Serve solo a chi usa gli umori dei cittadini per giustificare uno stipendio, troppo alto a mio avviso (mi riferisco al Governo centrale). Il cittadino vuole cose semplici e quotidiane e le deve avere anche rapidamente. Sarebbe auspicabile uno snellimento della burocrazia. La cosa pubblica deve essere gestita con strategia. Se ogni consigliere comunale adottasse un pezzetto o più pezzetti della città, in un dialogo costante e instancabile con i Presidenti di Municipalità, che, a loro volta, convocano una riunione settimanale con i consiglieri circoscrizionali, terminale ultimo di contatto con la cittadinanza, presentando un report di urgenze, Napoli davvero potrebbe diventare ciò che merita e che meritiamo.
Un messaggio da lanciare ai suoi elettori: perché votarla?
La vera molla per questa decisione, non semplice, impegnativa, sono state le mie figlie. Voglio dargli una città da cui non vorranno andare via e in cui ameranno vivere. Lo faccio per loro e del mio impegno, ovviamente, ne beneficeranno anche gli altri. Sono una donna molto concreta e sono esausta del degrado che, dopo aver devastate le periferie ha invaso indisturbato e incontrastato il centro della città. Questo è il vero allarme. Non abbiamo più tempo. Questa è l’ultima partita per Napoli e per le sue periferie. Se l’elettore sbaglia, ha condannato a morte la città.