Select Page

11 ottobre: San Giovanni XXIII (il papa terziario francescano)

11 ottobre: San Giovanni XXIII (il papa terziario francescano)

11 ottobre: La Chiesa ricorda il Papa buono

La vita di Giovanni XXIII

Angelo Giuseppe Roncalli nacque a Sotto il Monte, in provincia di Bergamo, il 25 novembre del 1881 e fu il quarto di tredici fratelli. Grazie all’aiuto economico di uno zio studiò presso il seminario minore di Bergamo. Dopo aver vinto una borsa di studio si trasferì al seminario dell’Apollinare di Roma. Completati gli studi, fu ordinato sacerdote nella chiesa di Santa Maria in Montesanto, in piazza del Popolo, il 10 agosto del 1904. Tornato a Bergamo fu scelto per essere il segretario personale del vescovo di quella diocesi. Questo incarico lo ricoprì per quasi 10 anni e lo formò per tutta la vita. In quegli anni si dedicò anche all’insegnamento della Storia della chiesa presso il seminario diocesano. Papa Benedetto XV, nel 1921, lo nominò prelato domestico e presidente del Consiglio Nazionale Italiano dell’opera della Propagazione della Fede.

Vescovo e Nunzio Apostolico

Il pontefice Pio XI, nel 1925, lo elevò alla dignità episcopale, con titolo arcivescovile, nominandolo suo visitatore apostolico in Bulgaria. Il suo ministero, che doveva durare solo qualche mese, si protrasse per dieci anni. Nel 1934 gli fu affidato l’incarico di delegato apostolico in Turchia e Grecia e amministratore apostolico della sede vacante del vicariato apostolico di Instanbul. Poi, nel 1944, fu nominato nunzio apostolico a Parigi, da papa Pio XII. Quando fu creato cardinale, il presidente francese Vincent Auriol, benché fosse ateo, pretese, secondo un antico privilegio, di imporre personalmente la berretta cardinalizia sul capo di Roncalli e, in seguito, gli conferì la Legione d’Onore della Repubblica francese (14 gennaio del 1958).

San Giovanni XXIII e l’aiuto agli ebrei

Angelo Rocalli, in quel periodo storico, ricordato per la crudeltà della seconda guerra mondiale, intervenne a favore degli ebrei che fuggivano dagli stati europei occupati dai nazisti. Mentre era delegato apostolico in Turchia e Grecia strinse amicizia con il cattolico Franz von Papen, ex cancelliere del Reich, ambasciatore della Germania ad Ankara. L’ambasciatore, in seguitò, testimoniò: “Eravamo amici. Io gli passavo soldi, vestiti, cibo, medicine per gli ebrei che si rivolgevano a lui, arrivando scalzi e nudi dalle nazioni dell’est europeo, man mano che venivano occupate dalle forze del Reich. Credo che 24 mila ebrei siano stati aiutati a quel modo”. Quando, poi, fu inviato a Parigi, continuò ad occuparsi degli ebrei riuscendo, con l’aiuto del diplomatico svedese Raoul, a evitare la camera a gas per migliaia di ebrei.

Il Conclave che lo elesse Sommo Pontefice

Nel 1953 Angelo Rocalli aveva ricevuto la porpora cardinalizia ed era stato nominato patriarca di Venezia. Nella città lagunare, pur aprendo ai socialisti (è ricordato per aver inviato un messaggio al Congresso del PSI che si teneva in città nel febbraio del 1957) individuava le “cinque piaghe d’oggi del Crocifisso”:  l’imperialismo, il marxsismo, la democrazia progressista, la massoneria e il laicismo. Nell’ottobre del 1958 si recò a Roma per partecipare al conclave che doveva decidere il successore di Pio XII. Contro ogni attesa la scelta cadde su lui. Secondo molti, dopo il lungo pontificato del predecessore, i cardinali si erano convinti a voler scegliere un uomo anziano, in modo da avere un pontificato breve e indolore, insomma volevano un Papa di transizione. Fu così che il 28 ottobre salì al soglio pontificio con il nome di Giovanni XXIII. Con la successiva incoronazione, del 4 novembre, diveniva il 260° successore di San Pietro.

I “primati” del Pontificato

Da subito i cardinali compresero che seppur anziano, Angelo Roncalli, era dotato di una enorme energia e così, iniziando dai cardinali, ne nominò 52 in soli 4 anni e mezzo. Per la prima volta furono elevati alla dignità cardinalizia un africano, un giapponese e un filippino. Elevò agli onori degli altari Martin de Porres: il primo santo di colore. Per il primo Natale da pontefice visitò i bambini malati dell’ospedale Bambin Gesù, il giorno dopo (Santo Stefano) andò a fare visita ai carcerati di Regina Coeli salutandoli con queste parole: “Non potete venire da me, così io vengo da voi… Dunque eccomi qua, sono venuto, m’avete visto; io ho fissato i miei occhi nei vostri, ho messo il cuor mio vicino al vostro cuore..la prima lettera che scriverete a casa deve portare la notizia che il papa è stato da voi e si impegna a pregare per i vostri familiari”. La semplicità e l’affabilità del Santo Padre, in breve, conquistò il cuore di tutti i cattolici e di molti altri di diverse religioni e confessioni.

Giovanni XXIII a Loreto e Assisi

Il 4 Ottobre del 1962, ad una sola settimana dall’inizio del Concilio Vaticano II (organizzato in pochi mesi), Giovanni XXIII si recò in pellegrinaggio a Loreto e ad Assisi. Angelo Roncalli era, dall’età di 14 anni, un terziario francescano, cioè si era associato, come laico, all’ordine dei Frati Minori. Con quel viaggio, per la prima volta dall’unità d’Italia, un Papa varcava i confini del Lazio.

Il Concilio ecumenico Vaticano II

La sera dell’11 ottobre del 1962, una folla di fedeli si era radunata, spontaneamente, dopo una lunga fiaccolata, in piazza San Pietro per solennizzare la fine di quella prima giornata del Concilio. Giovanni XXIII volle affacciarsi alla finestra del palazzo apostolico e salutò i presenti con un discorso scritto nella storia:  “Cari Figliuoli, sento le vostre voci. La mia è una voce sola, ma riassume la voce del mondo intero: qui tutto il mondo è rappresentato. Si direbbe che persino la luna si è affrettata stasera – osservatela in alto – a guardare questo spettacolo. La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di nostro Signore… Ma tutti insieme, paternità e fraternità e grazia di Dio… Continuiamo dunque a volerci bene, a volerci bene così; guardandoci così nell’incontro: cogliere quello che ci unisce, lasciar da parte, se c’è, qualche cosa che ci può tenere un po’ in difficoltà… Tornando a casa, troverete i bambini, date una carezza ai vostri bambini e dite: questa è la carezza del Papa. Troverete qualche lacrima da asciugare: dite una parola buona. Il Papa è con noi, specialmente nelle ore della tristezza e dell’amarezza. E poi, tutti insieme ci animiamo: cantando, sospirando, piangendo, ma sempre pieni di fiducia nel Cristo che ci aiuta e che ci ascolta, continuiamo a riprendere il nostro cammino”.

L’appello: Pace in terra

Il 22 ottobre, di quello stesso anno, il Presidente americano John F. Kennedy annunciò la presenza di installazioni missilistiche a Cuba e l’avvicinamento all’isola di alcune navi sovietiche con a bordo delle testate nucleari. Il presidente impose alle navi sovietiche un blocco navale militare a 800 miglia dall’isola.  Le navi, tuttavia, sembravano intenzionate a forzarlo, la situazione era drammatica e sembrava precipitare. Il Papa, in quelle ore convulse, decise di intervenire rivolgendo a “tutti gli uomini di buona volontà” un messaggio in francese. L’appello ottenne il consenso di entrambe le parti e la crisi rientrò.  Dalla consapevolezza della fragilità umana e politico-militare e per rinnovare il suo impegno per la pace nacque, a distanza di qualche mese, l’enciclica Pacem in Terris firmata l’11 aprile del 1963.

La malattia e la morte del “papa buono

Nel maggio del 1963 risultò più evidente la malattia che lo debilitava dal settembre 1962. Il tumore allo stomaco era progredito e, così, il 31 maggio iniziò l’agonia che lo avrebbe condotto alla morte nella sera del 3 giugno. Inizialmente il suo corpo fu sepolto nelle Grotte Vaticane e successivamente, all’atto della beatificazione, è stato riesumato e collocato in un’urna di vetro posizionata sotto un altare della navata destra della Basilica di San Pietro.

Perché piangere? È un momento di gioia questo, un momento di gloria (le ultime parole del Papa rivolte al suo segretario)

Il processo di Canonizzazione

In ragione delle profonde radici francescane di Giovanni XXIII, che alla morte aveva quasi 70 anni di professione nei terziari francescani, la causa della sua canonizzazione è stata introdotta e curata dal postulatore generale per le cause dei Santi dei Frati Minori. Per la sua beatificazione, avvenuta il 3 settembre del 2000, fu riconosciuta miracolosa la guarigione improvvisa di Suor Caterina Capitani, delle Figlie della Carità di Napoli. La suora, affetta da una gastrite ulcerosa emorragica, che l’aveva ridotta in fin di vita, guarì in maniera inspiegabile il 25 maggio del 1966 dopo aver avuto una visione di papa Giovanni XXIII. Il 5 luglio del 2013 il santo padre Francesco, prescindendo dal consueto iter che richiede un secondo miracolo, ha firmato il decreto della canonizzazione di Giovanni XXIII. La canonizzazione è avvenuta il 27 aprile del 2014, in quella stessa data è stato canonizzato anche papa Giovanni Paolo II (che aveva beatificato Giovanni XXIII). Alla solenne celebrazione, presieduta da papa Francesco, era presente anche papa Benedetto XVI. Si realizzava un evento unico e mai accaduto nei duemila anni di storia della Chiesa: due Papi venivano canonizzati lo stesso giorno e alla presenza di due Papi viventi.

                                                                                                         Giovanni Russo

La foto di copertina è tratta dal sito: Papa Giovanni

Lascia un commento