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Santa Maria Cristina Brando: una vita in Adorazione dell’Eucarestia

Santa Maria Cristina Brando: una vita in Adorazione dell’Eucarestia
Nascita e adolescenza di Adelaide Brando

Adelaide nacque il 1° maggio del 1856 a Napoli, sua madre Maria Concetta morì pochi giorni dopo il parto. Ultima di quattro figlie di un’agiata famiglia borghese, fu battezzata lo stesso giorno nella chiesa di San Liborio. Di indole mite e dolce, ebbe un’ottima educazione religiosa. A 12 anni si consacrò a Dio, la notte di Natale del 1868, ai piedi di Gesù bambino. Adelaide Brando aveva un grande desiderio, quello di servire Dio nel chiuso di un chiostro e sperava di poterlo adorare tra le suore Sacramentine. Il padre, contrario alla scelta, permise ad Adelaide di raggiungere la sorella Maria Pia, che era clarissa nel monastero delle Fiorentine in via Chiaia. Una malattia, presentatasi ben due volte, costrinse, tuttavia, Adelaide, ad abbandonare il monastero. Finalmente, nel 1875, ristabilitasi in salute, riuscì a realizzare il suo desiderio ed entrò tra le Adoratrici Perpetue di Gesù Sacramentato (Sacramentine) del monastero in via San Giuseppe dei Ruffi.

Adelaide realizza il suo sogno ma si presenta, nuovamente, la malattia

L’anno successivo (nel 1876) indossò l’abito religioso modificando il suo nome in Maria Cristina dell’Immacolata Concezione. Purtroppo, ancora una volta, si ripresentarono i problemi di salute e Adelaide fu costretta a lasciare il monastero per ritirarsi, nel 1877, presso il Conservatorio delle Teresiane a Torre del Greco. Tornò, in seguito, a Napoli, stabilendosi, con alcune compagne, in un appartamento della salita Ventaglieri e, poi, in vico Montemiletto. Le malattie non tormentarono solo la vita della nostra Santa, si presentarono, infatti, anche a debilitare il fisico della sorella Maria Pia che dovette lasciare il monastero di via Chiaia. La sorella Maria Pia si stabilì, dal 1881, a Mugnano, dove fondò un Santuario dedicato al Sacro Cuore di Gesù e una Congregazione religiosa.

L’incontro con San Ludovico e la costruzione di un convento a Casoria

Suor Maria Cristina conobbe, in quegli anni, padre Ludovico da Casoria, che divenne suo padre spirituale e la indirizzo nel suo paese, dove occorreva occuparsi di poveri e bambini. In quella occasione, in tono profetico, le annunciò: “In mezzo a questa cittadina erigerai una casa centrale”. Il 22 novembre del 1884, pochi mesi prima della morte del Santo sacerdote francescano, si trasferì a Casoria, ospitata, con il suo gruppo di giovani adoratrici, dal canonico Domenico Maglione. Capì, a quel punto, che era arrivato il momento di dare vita ad una comunità, alla quale da tempo si era sentita chiamata. Nel 1890 acquistò la casa degli eredi Costa in via San Rocco e vi si stabilì. Dopo poco suor Maria Cristina avvertì la necessità di erigere anche una chiesa dedicata a Gesù Sacramentato. Quel suo desiderio di adorazione perpetua doveva continuare giorno e notte ininterrottamente. Il 19 febbraio del 1893 pose la prima pietra della costruenda chiesa.

La “grotticella” della Santa

Suor Maria Cristina, che coltivò devozioni particolari verso l’Incarnazione, la Passione e la Morte di Cristo, nella costruzione del tempio, per essere più vicina in spirito e corpo a Gesù Eucarestia, si fece costruire una cella. Quell’angolo, contiguo alla Chiesa, che chiamò “grotticella”, le permetteva, per mezzo di un’apertura, di poter vedere l’altare. In quel modo, seduta su una sedia, passò tutte le notti della sua vita, nella veglia e nel riposo, in Adorazione del Divino prigioniero.

La Congregazione delle Suore Vittime  Espiatrici di Gesù Sacramentato

Da quella piccola comunità di adoratrici, nonostante le ristrettezze economiche e le opposizioni, nacque una nuova Congregazione. Le religiose oltre all’Adorazione (scopo principale), si assunsero anche il compito della catechesi e dell’istruzione di bambini e giovani. Papa Leone XIII, nel luglio del 1903,  approvò la Congregazione che assunse il nome ufficiale di Suore Vittime Espiatrici di Gesù Sacramentato. Il 2 novembre successivo si svolsero le prime professioni perpetue, tra queste anche quella della Madre fondatrice. Suor Maria Cristina Brando, che ricoprì, con prudenza e umiltà, l’ufficio di Superiora Generale, chiamata a spiegare il nome della sua Congregazione, rivolse alle consorelle queste parole: “Gesù vuole essere amato assai da noi, che portiamo il nome di Vittime. […] E se non ci infochiamo di amore verso Dio, se non dimostriamo con le opere che in noi c’è vero amore, come ci regge il cuore di prostrarci ai piedi dell’altare e dire al Signore di riparare per gli altri?”. La Congregazione, negli anni, si è occupata di conservatori femminili, educandati, orfanotrofi e scuole. Da statistiche, pubblicate nel 2005, la Congregazione contava 251 religiose in 29 conventi presenti in Italia, Brasile, Colombia, Filippine e Indonesia. La casa madre e generale è a Casoria.

L’incontro con sorella morte e l’espansione della Congregazione

La malattia, che in gioventù si era presentata a sconvolgere tutti i piani di Adelaide, si presentò, nuovamente, a dare un fermo alle attività della Madre fondatrice. Il 14 gennaio del 1906, d’improvviso, fu colta da un grave malore. Sei giorni dopo, il 20 gennaio, si spegneva, santamente, nel bacio del Signore, dopo aver ricevuto i Sacramenti. Non aveva ancora cinquant’anni. Il corpo di Santa Maria Cristina Brando è conservato e venerato in una teca di vetro all’interno di in una cappella laterale della Chiesa edificata in onore di Gesù Sacramentato in via Gioacchino D’Anna a Casoria.

Processo di Canonizzazione

La fama di santità di Suor Maria Cristina, sostenuta soprattutto dalle sue figlie spirituali e dai cittadini di Casoria, comportò, dopo poco, l’apertura del processo di Canonizzazione. La fase informativa si tenne dal 1927 al 1940, quella apostolica dal 1972 al 1973. Entrambe le fasi ottennero la convalida nel maggio del 1978. Nel 1989 fu trasmessa, alla Congregazione vaticana per le Cause dei Santi, la “positio super virtutibus”. Nel luglio del 1994 veniva reso noto il decreto di Venerabilità. Subito dopo, nel 1995, si aprì il processo diocesano per la verifica di un presunto miracolo, approvato con decreto del 20 dicembre del 2001. Suor Maria Cristina, il 27 aprile del 2003, è stata proclamata Beata. In seguito, con il riconoscimento del miracolo ottenuto da Mariangela Di Mauro, il 17 maggio del 2015, è stata Canonizzata durante una solenne concelebrazione presieduta da papa Francesco in piazza San Pietro a Roma.

Curiosità

Una serie di eventi e coincidenze caratterizzano le commemorazioni per le due Sante di Casoria: Suor Maria Cristina Brando e Suor Giulia Salzano. Entrambe sono state figlie spirituali di San Ludovico da Casoria e hanno fondato la loro Congregazione a Casoria. Inoltre sono state Beatificate insieme, da San Giovanni Paolo II, il 27 aprile del 2003 (caso unico nella storia della Chiesa Cattolica e non più ripetutosi). Infine: la Provvidenza ha voluto che Suor Cristina Brando sia stata Canonizzata, in piazza San Pietro, il 17 maggio, nel giorno della ricorrenza liturgica di Santa Giulia Salzano (canonizzata nel 2010).

                                                                                                                                   Giovanni Russo